CORPORATE SUSTAINABILITY REPORTING DIRECTIVE: COSA PREVEDE LA NORMA

Secondo la direttiva europea sul Corporate Sustainability Reporting (CSRD), pubblicata in Gazzetta ufficiale il 16 dicembre 2022 ed entrata in vigore il 5 gennaio 2023, tutte le imprese di grandi dimensioni e le PMI quotate dovranno fornire, a partire dal 2024, un report riguardante le informazioni di sostenibilità del loro business, compilato secondo nuovi criteri e contenuti.

La CSRD si applicherà a tutte le grandi imprese dell’UE, ossia alle imprese dell’UE (comprese le filiali site nell’UE di società madri non UE) che soddisfano almeno due dei seguenti criteri:

  • più di 250 dipendenti
  • un fatturato superiore a 40 milioni di euro; oppure
  • attività totali pari a 20 milioni di euro.

Saranno soggette al CSRD anche le società i cui titoli sono quotati su un mercato regolamentato dell’UE, sia che l’emittente abbia sede nell’UE o in un Paese non UE. Ciò include le piccole e medie imprese (PMI) quotate, con l’unica eccezione di alcune microimprese quotate.

Secondo la nuova normativa, che amplia la platea di destinatari della precedente Non Financial Reporting Directive, aggiornandone alcuni standard, il report obbligatorio, stilato secondo i criteri della tassonomia europea, dovrà contenere:

  • Informazioni sulle questioni ambientali inerenti al modello di business della società, inclusi i rischi e le opportunità connesse alle questioni di sostenibilità che l’azienda potrà incontrare;
  • Informazioni inerenti al trattamento dei dipendenti, ed all’eventuale gestione delle questioni sociali inerenti ai luoghi e alle comunità presso cui l’azienda svolge le proprie operazioni, nonché le misure intraprese per la comunicazione coi propri stakeholder;  
  • Dati circa il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori, nonché dati sulla sostenibilità della propria filiera;
  • Informazioni circa le iniziative intraprese per la lotta alla corruzione e alla concussione;
  • Report circa il diversity management e i profili dei membri dei consigli di amministrazione dell’azienda (in termini di età, sesso, formazione e background professionale).

Il report andrà compilato secondo il principio di doppia materialità, ovvero dovrà specificare sia come i fattori di sostenibilità influenzano lo sviluppo e la performance dell’azienda (prospettiva outside-inside), sia come l’attività dell’azienda impatta sulla società e sull’ambiente (prospettiva inside-out).

Inoltre, le aziende saranno tenute a pubblicare i nuovi report di sostenibilità simultaneamente alle rendicontazioni finanziarie annuali, in modo da consentire a clienti ed investitori di misurare contestualmente le performance di bilancio e quelle di sostenibilità di ogni attività operante in Europa.

La CSRD, i cui standard di rendicontazione sono in fase di approvazione da parte dell’”European Financial Reporting Advisory Group” (EFRAG), impone inoltre alle aziende l’uso del formato standard XHTML e l’uso di tag specifici per la pubblicazione delle informazioni sulle performance di sostenibilità aziendale.

Per gli esercizi finanziari che iniziano il 1° gennaio 2024 o successivamente, la CSRD si applicherà alle società già soggette alla precedente NFRD, con la prima relazione prevista per il 2025.

Le grandi imprese che non sono attualmente soggette alla NFRD dovranno applicare la CSRD per gli esercizi finanziari che iniziano il 1° gennaio 2025 o successivamente, e dovranno quindi presentare i dati del 2025 nel 2026.

Per gli esercizi finanziari che iniziano il 1° gennaio 2026 o successivamente, la CSRD sarà introdotta per le PMI quotate in borsa, anche se con una clausola di opt-out fino al 2028, con la relazione del 2027 basata sui dati del 2026.

di Andrea Morreale