Nel 2021 si può parlare di libertà di stampa?

Il 3 maggio scorso è stata celebrata la Giornata internazionale della libertà di stampa. Nei recenti fatti di cronaca si sente spesso parlare di reati commessi a danno di giornalisti dalle provenienze geografiche più disparate.

 “Minacciare un giornalista significa minacciare la libertà di tutti. Senza una stampa indipendente non esiste una vera democrazia. Il Parlamento europeo è al fianco di tutti i giornalisti che subiscono intimidazioni mentre svolgono il loro lavoro essenziale”, questo il commento via Twitter dell’attuale Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, di provenienza giornalistica.

La libertà di stampa è al centro di numerose iniziative di carattere istituzionale comunitario. Il 25 novembre difatti il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non legislativa con cui ha espresso profondo rammarico per il modo in cui in molti Stati membri venga compromessa la libertà di espressione di alcuni giornalisti.

La risoluzione aveva ad oggetto in particolare il deterioramento della situazione dei diritti umani in Algeria con focus sul caso del giornalista Khaled Drareni, condannato a due anni di carcere con l’accusa di “minaccia all’integrità del territorio nazionale” e “istigazione a manifestazione non armata”, accuse mossegli per il suo operato in occasione del movimento di protesta che si è diffuso tra il 2019 e il 2020 in Algeria, noto anche come “Primavera Algerina”. Il giornalista, fortunatamente, è stato liberato lo scorso 19 febbraio.

 Secondo l’Osservatorio Unesco dal 2020 sino ad oggi hanno perso la vita circa 76 giornalisti. A fotografare la triste realtà in cui sono costretti a vivere i giornalisti contribuisce anche il World press forum index (l’indice della libertà di stampa) presente sul sito di RSF, Reporters Without Borders. In relazione al 2020, dovrebbe destare qualche riflessione la posizione in cui si colloca l’Italia: 41° posto.

Sul sito si legge inoltre come nel nostro Paese attualmente circa una ventina di giornalisti siano soggetti a misure di protezione in quanto minacciati di morte o soggetti ad atti intimidatori.

Sebbene nella nostra Costituzione all’articolo 21 è espressamente previsto che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” è palese dunque che ci sia ancora tanta strada da percorrere per fare in modo che si possa concretamente parlare di libertà di espressione.

di Francesca Pitrelli