SlowPR per creare relazioni di valore

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Oggi siamo letteralmente sommersi dai dati; senza un’analisi adeguata e la capacità di filtrare le informazioni, in futuro i dati diventeranno così ingombranti da risultare pressoché inutili” Christopher S. Penn.

Lavorare in un ufficio stampa significa saper cogliere il valore della notizia da veicolare – che sia alla stampa locale, nazionale o specializzata – e trasmettere una serie di informazioni che possano risultare più interessanti e di maggiore rilievo rispetto ad altre; l’obiettivo è quello di catturare l’attenzione delle redazioni e assicurarsi la pubblicazione.

Uno dei principali problemi nell’era del digitale 4.0 risiede nell’instaurare relazioni solide con i giornalisti, figure quest’ultime, sempre meno presenti nelle redazioni, catalogate sempre più spesso come freelance e sommerse da caselle di posta intasate da comunicazioni poco interessanti, pubblicità e spam. Dunque, ci si scontra con un overcrowding of data.

Per superare questa situazione, gli account di un ufficio stampa hanno il compito di incrementare il lavoro che viene definito come SlowPR, ossia tutte quelle azioni che si basano sull’instaurare relazioni di valore. Un approccio che permette, quindi, di creare dei rapporti di fiducia e avere degli “alleati” nel settore della stampa. È noto, infatti, come sia fondamentale nelle media relations riuscire a mantenere aperti molteplici canali di comunicazione ed essere sempre pronti e disponibili all’incontro face to face.

Tuttavia, ci sono altri accorgimenti a cui un account deve prestare attenzione nel relazionarsi con i giornalisti. Innanzitutto è indispensabile predisporre delle mailing list che siano coerenti con le comunicazioni da diffondere, ossia database realizzati ad hoc in base alla tipologia di notizia e al target di riferimento. In questo modo si creano liste di contatti realmente allineati all’argomento proposto che si desidera pubblicare.

Gli attori coinvolti in questo circuito relazionale – ufficio stampa, testate giornalistiche e realtà esterne (aziende, enti, associazioni…) hanno così, l’opportunità di creare una collaborazione resistente volta al raggiungimento di un obiettivo comune.

Samantha Bottini