Social network: la fine delle idee?

Dopo oltre vent’anni dalla lora nascita, i social network sembra stiano attraversando una crisi di mezza età e – di conseguenza – le aziende stanno cercando di reinventarsi attraverso nuove idee.

Dopo scopiazzature, feature poco funzionali e rebranding poco azzeccati, c’è bisogno di qualcosa di nuovo!

Immersività 3D e visori di realtà virtuale hanno spinto Facebook a cambiare nome in Meta, sperando di rinvigorire l’esperienza social online, ma senza troppo successo. Infatti, Meta ha poi sperimentato una modalità più semplice per coinvolgere gli utenti lanciando Threads, una sorta di Twitter per Instagram.

TikTok sta ora introducendo una modalità per realizzare post testuali, funzionalità che era già presente anche nelle Storie di Instagram. La nuova funzionalità della piattaforma di video brevi è stata presentata come “l’ultima aggiunta alle opzioni per la creazione di contenuti, che consente ai creator di condividere le loro storie, poesie, ricette e altri contenuti scritti su TikTok”.

In base a queste “nuove” feature, sembra quindi che i testi siano il futuro.

Anche il rebranding di Twitter, ora diventato X, rientra in una strategia più ampia che consiste nel trasformare l’applicazione in un’app totale, come la cinese WeChat (nella quale si chatta, si fa shopping, si condividono storie, ecc.).

Perché tutti questi sconvolgimenti?

Tutti questi cambiamenti (in parte semplici aggiunte, in parte copie derivanti da altre piattaforme) fanno parte di un’evoluzione dei social media, che cercano in tutti i modi di accaparrarsi la nostra fragile capacità di attenzione. I grandi brand dietro i social media stanno provando di tutto – tra abbonamenti, shopping online, verifiche di identità, applicativi AI – in risposta ad un mercato imprevedibile e alle capacità degli utenti di utilizzare poche app insieme.

“Se valutiamo queste app dal punto di vista dell’ottica tradizionale tecnologia-innovazione, allora sì, si stanno copiando l’un l’altra e non ci sono nuove idee – spiega Chris Messina, il software designer che ha introdotto l’hashtag su Twitter – Ma, per capirci, i social media ora sono un’industria della moda, quindi, da product manager, il successo viene valutato in base al coinvolgimento e alla fidelizzazione, non all’innovazione”.

Il successo iniziale avuto da Threads è dovuto principalmente alla piattaforma sul quale si poggia: Instagram. Oltre un miliardo di utenti, infatti, usa già la piattaforma per condivisione di foto, video e stories: ne consegue che il passaggio a Threads risulta abbastanza naturale. Tuttavia, è un successo solo dal punto di vista quantitativo e non qualitativo. La piattaforma, infatti, non ha ancora tutte le funzionalità promesse da Meta.

“Ora che i software social sono diventati più probabilistici e personalizzati, la cosa più importante è avere colpi sicuri per tenere le persone attive e evitare l’abbandono – dice Messina – Ed è per questo che Instagram lancia funzionalità limitate e progressive”.

La crisi delle idee

Masha Liberman, tech investor che ha realizzato bitmoji 3D per Snapchat, pensa che i social media stiano vivendo una “crisi di idee”, ma che ciò non sia una novità: “È sempre stato difficile inventare qualcosa di nuovo. Quello che sta accadendo è che le società social vogliono vedersi come reti mediatiche che offrono tutto all’interno dell’app. Questo è il vantaggio competitivo in questo momento. E a un certo punto probabilmente vedremo alcune di queste cose come nuovi formati e non come funzioni da copiare”.

Il mondo dei social media ha probabilmente bisogno di un ripensamento profondo, sia in termini di usabilità che di regolamentazione. False informazioni, comportamenti pericolosi e perdite di tempo sono sicuramente motivi sufficienti per metterli in discussione. Tuttavia, i social hanno anche reso possibile alle persone di realizzare connessioni, trovare comunità, avere una nuova tipologia di intrattenimento e un accesso alle informazioni in una forma inedita.

Sembra però che questa nuova fase – caratterizzata da crisi d’identità delle piattaforme, rebranding e una frenetica revisione delle funzionalità – non sia necessariamente al servizio degli utenti, e gli utenti incominciano ad accorgersene.

L’utente si ritrova in un costante senso di deja vu di fronte all’annuncio di nuove funzioni, fino a ritrovarsi con funzionalità non richieste. La sensazione più forte e diffusa è che la festa dei social media forse si appresti a finire, e che serva un vero motivo per rimanere.

Fonte: Wired US

Di Alberto Galea