COP 28: i nuovi accordi

Si è svolta dal 30 novembre al 13 dicembre 2023 a Dubai, negli Emirati arabi uniti, la 28ª conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 28).

I principali temi trattati sono stati i seguenti:

  • bilancio globale;
  • mitigazione;
  • adattamento;
  • finanziamenti per il clima, come il fondo per le perdite e i danni.

Sono stati misurati i progressi svolti in vista del conseguimento degli obiettivi climatici stabiliti dall’Accordo di Parigi del 2015, realizzandone un primo bilancio globale.

Cosa è emerso?

È emerso che è fondamentale raggiungere il picco delle emissioni globali di gas a effetto serra entro il 2025 e di una loro riduzione del 43% entro il 2030 e del 60% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019, al fine di limitare il riscaldamento globale a 1,5 ºC. Un altro dato importante da sottolineare è il ritardo di alcuni paesi sulla tabella di marcia.

I partecipanti hanno deciso che entro la COP 30 andranno presentati i piani aggiornati per il clima per il 2035, allineandoli al limite di 1,5 ºC sulla base delle migliori conoscenze scientifiche disponibili e dei risultati del bilancio globale 2023.

I paesi si sono trovati d’accordo sull’“allontanarsi dai combustibili fossili nei sistemi energetici”. Il richiamo ai combustibili fossili, con un’associazione diretta alla crisi climatica, è una prima volta nelle trattative climatiche a livello mondiale.

L’accordo raggiunto durante la conferenza, chiamato “Il consenso degli Emirati Arabi Uniti”, viene considerato un passo storico, nonostante rimanga un considerevole squilibro tra le sue ambizioni e la sua possibile concretizzazione. L’industria dei combustibili fossili mantiene, infatti, un ampio spazio di manovra nel portare avanti le sue attività.

L’obiettivo di triplicare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030 è una prima vittoria, ma è importante fare in modo che tutti i progetti di energie rinnovabili rispettino i diritti umani e le comunità locali.

Il ruolo dell’Europa

In questo quadro l’UE e i suoi Stati membri hanno deciso di stanziare più della metà dei finanziamenti iniziali per il fondo per le perdite e i danni (oltre 400 milioni di EUR), diventando il principale fornitore di finanziamenti per il clima a livello mondiale.

Di Andrea Romeo

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